Le Ville di Stabia, sono l’unica documentazioni dell’antica città di Stabiae. Importantissimo il ruolo strategico e commerciale, e come tutte le città vesuviane, finirono con l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Stabiae riprese la sua normalità quasi immediatamente, a differenza di Ercolano e Pompei, dove i danni dell’eruzione furono enormi.
Ancora dubbi sulla collocazione orografica del centro urbano, forse sulla zona collinare di Castellamare di Stabia. La ripartenza delle attività è attribuita al fotto del suo sbocco sul mare.
Lo stesso Publio Papinio Stazio scriveva alla moglie:
«Ma cosa credi che il Vesuvio abbia totalmente spopolata la Campania? Non esageriamo: ci sono ancora tanti abitanti a Pozzuoli, a Capua, a Napoli, a Baia, a Miseno, a Capri, a Ischia, a Sorrento e anche a Stabia, che è risorta dalle sue rovine”
Numerose erano le Ville di Stabia, costruite sul ciglio settentrionale del poggio del Varano.
Ville costruite in posizione panoramica, nate prevalentemente per fini residenziali, con grandi quartieri abitativi, strutture termali, portici e ninfei decorati meravigliosamente.
Gli scavi iniziarono 1749 per volere di re Carlo III di Spagna. Come per Pompei ed Ercolano le indagini nacquero dall’esigenza di fornire uno strumento per aumentare il prestigio in Europa della dinastia borbonica.
Oggi è possibile visitare solo alcune di queste ville, che non hanno visto ancora completamente la luce.
Villa San Marco è una delle più grandi tra le ville romane a carattere residenziale. Possiede un quartiere termale, ambienti destinati alla servitù, cucine e cubicula panoramici sul golfo. Da questa villa provengono numerosi e famosi mosaici ed affreschi , staccati durante gli scavi borbonici, ed oggi conservati Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Ma un’altra villa visitabile, e che desta meraviglia è Villa Arianna, la più antica delle ville di stabia.
La villa deve il suo nome, agli affreschi del triclinio, dove è dipinto il mito di Arianna abbandonata da Teseo a Nasso. Una villa d’otium, con stanze panoramiche, cucina con il tipico bancone in pietra per la cottura, è da considerarsi uno scrigno di lusso e storia.
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